Il parroco al centro e i campioni al suo fianco. Una cerimonia dal sapore antico quella che si è svolta sabato sera a Pellestrina, all’interno del nuovo capannone della remiera. La premiazione (e la riconciliazione) di due grandi della voga, i fratelli Palmiro e Bepi Fongher. A festeggiarli sportivi, autorità e giovani dell’isola. L’incontro è stato favorito dal presidente della remiera Antonio Gavagnin e dagli amici e tifosi di Palmiro e Bepi. E ha fatto giustizia di qualche decennio di polemiche. Fratelli ma soprattutto rivali, sia Palmiro che Bepi se n’erano andati dall’isola molti anni fa. Bepi ha vinto quasi tutto, decine di bandiere rosse, venti edizioni del Palio delle Repubbliche, 14 Regate Storiche. Palmiro ne ha vinte 12, l’ultima a 55 anni con il grande Ciaci, prima del ritiro dall’attività agonistica della grande «coppia del secolo». Il tributo di un’intera comunità a due simboli dello sport. Hanno ricevuto medaglie e omaggi dagli sponsor Aldo Rosso, Aldo Barbieri (Generali), dal deputato Michele Vianello e dall’assessore Paolo Sprocati, dalle cantine Fattoretto. La benedizione del parroco, don Vittorio Vianello, una poesia a loro dedicata. E un applauso che non finiva mai, segno tangibile di una intera comunità. «Quando abbiamo inventato il galeone, nel 1956», ha ricordato Bepi con gli occhi lucidi, «eravamo inesperti, gli altri erano alti il doppio di noi. Ma abbiamo tirato fuori la grinta, e ce l’abbiamo fatta». Oggi, a quasi mezzo secolo di distanza, Bepi è ancora pronto a tornare al timone del galeone, e sogna di mettere a punto un equipaggio per il Palio fatto di atleti dell’isola. Palmiro Fongher, a quasi settant’anni, resta un maestro non soltanto di tecnica. Tanti dei giovani sfornati dalla remiera portano la sua impronta. Abita a Castello, ma insieme a Ciaci spende il suo tempo libero per creare nuovi campioni. Una tradizione, quella della voga veneta, che a Pellestrina è ancora viva e resiste grazie a gente come i Fongher e i tanti volontari della remiera. - Alberto Vitucci