PELLESTRINA - LE SUE CHIESE

Le chiese dell'isola:   Ognissanti - Sestier Busetti - limite Sud dell'isola.

       

Il Duomo sorge al limite sud dell'isola, in un ampio piazzale ricco di storia che ha nel mezzo il Cippo risorgimentale posato su dado settecentesco e l'antenna portabandiera del 1866 con ai lati costruzioni del cinquecento, seicento e settecento veneziane, di fronte al bellissimo paesaggio lagunare. Presenta una bella prospettiva seicentesca di ispirazione barocca, con forme tradizionali del classicismo, rivolta a ponente, divisa da cornicione in due piani.Il primo evidenzia il portale costeggiato da due finestre del 1739, il secondo piano è abbellito da medaglione contenente l' iscrizione della titolarità della parrocchia sormontata da timpano  a rosone centrale, nella sommità del quale vi sono tre statue di Santi. Molto antica , si parla del 1111, distrutta varie volte a causa di invasioni, ma nel 1535 ricostruita con una maggiore grandezza, ma per l'aumento considerevole della popolazione venne deciso di ampliarla ulteriormente,i lavori iniziarono nel 1603 e terminarono nel 1618, la struttura attuale e dal 1864. Il 12 marzo del 1626 con decreto del Maggio Consiglio di Venezia, la comunità parrocchiale ottenne la possibilità per i fedeli di designare il proprio parroco. Nel 1791 la chiesa fu elevata al titolo di "Arcipretale" con bolla canonica del 16 aprile.

Internamente è molto grande, ad una sola navata, con stupendi altari

                                                                                                         

                                            Entrando a destra si notano

    L' Altare di S. Anna

Altare eretto nel 1822 ed inaugurato il 19 gennaio 1823 dedicato allora ad una Immagine di Maria SS.ma, la quale essendo stata raccolta da alcuni scavatori della laguna presso S. Angelo di Venezia e posta provvisoriamente in un capitello presso la chiesa parrocchiale, fu chiamata Madonna del capitello. Nel 1908 il Visitatore apostolico P. Tomaso Boggiani sospese l'Immagine perchè non corrispondente alla esigenze del Culto e dell'arte, sua

Ecc. mons. Bassani   Vescovo di  Chioggia, volle che fosse tolta , sostituita dalla statua di S. Anna. Conserva una serie di marmi antichi e rari con una tela di scuola veneziana.

 

L'altare dell'Addolorata 

L'Altare di Maria SS.ma dell' Addolorata fu eretto nell'anno 1834, sotto l'Arcipretura del R.do Sacconi,e nello stesso anno si istituì la festa. Trovandosi l'Immagine in condizione affatto indecenti, nell'anno 1904 fu incaricato il Prof. Naccari di presentare un disegno servendosi di una Statua della Vergine offerta dalla famiglia Zennaro "Centolire" . Il lavoro fu affidato all'artista Giulio Scorla di Venezia. Riparata l'Immagine di Maria, restaurati gli Angeli con l'aggiunta delle parti che mancavano, e fatto nuova l'Immagine di Gesù morto, venne fuori un artistico e devoto gruppo. La Confraternita omonima fu istituita canonicamente con Bolla 1 Aprile 1908. L'Altare ha subito un radicale restauro conservativo durante i lavori di sistemazione degli anni '70.

 

Altare di San Marco

L'altare di San Marco ora di San Giuseppe del secolo XVII, attribuito all'Architetto

Andrea Moreschi che rappresenta l'Evangelista San Marco patrono di Venezia è dipinto su tela.

Ai lati dell'Evangelista le immagini di Santa Maria Maddalena e di Santa Barbara, il corpo 

di quest'ultima riposa a Burano nella chiesa a Lei dedicata.

La statua lignea di San Giuseppe del 1903 e di artista ritenuto della Valgardena .

Anche questo altare gode della sua Scuola o  Confraternita detta del Transito di San Giuseppe canonicamente  riconosciuta dal Vescovo il 5 ottobre 1924

    

Altare Madonna del Carmine

 

Altare eretto nel 1618. Fin dalla sua origine portava il titolo di Maria SS. del Rosario, e tale rimase fino alla venuta dei P. Domenicani nel Santuario dell'Apparizione. Trasportata la festa, e perciò la Confraternita a S.Vito, fu tolta la pala del Rosario dal suo altare e posta sopra la porta laterale che mette nel campo davanti la Canonica ed in suo luogo fu collocata la Sstatua di Maria  SS.ma del Carmine, sita allora sopra la mensola dell'altro altare, ove si trova al presente la Statua del Sacro Cuore di Gesù. La Statua della Madonna nelle Festività principali a Lei dedicate veniva ornata con un bellissimo e prezioso vestito. 

Gode della rispettiva scuola e Confraternita detta del "Carmine", per riconoscimento  

canonico del 1670.                                                

L'attuale Statua lignea fu posta e benedetta dal Vescovo G.B. Piasentini nel 1976, donata 

da una generosa famiglia. L'antica statua con il relativo prezioso vestito si trova ora  

presso  il Museo diocesano di Arte Sacra a Chioggia.

Questo è il terzo altare che il Contarini attribuisce all'architetto Andrea Moreschi, il quale   fu anche scultore e forse pittore.

 

Altare del Santissimo

  Fu innalzato nell'anno 1618, e nel 1635 fu decorato di un bel Tabernacolo di marmo

  pregevole. La grandiosità di questo altare domanderebbe una tribuna più vasta.

  Nell'anno 1635 furono costruite le spalliere di noce con relativi sgabelli pure di noce da 

  ambo le parti del coro.

  I preziosi soprarizzi e l'artistico Ostensorio furono acquistati , successivamente regalati

  alla chiesa dall'Arciprete don Agostino dr. Zennaro detto Agostinoni.

  Con gli ultimi e radicali restauri della chiesa negli anni 1970, il bellissimo e monumentale 

  tabernacolo fu spostato nell'altare dove è posto ora il Sacro Cuore.

  Al posto del tabernacolo fu collocato il bianco crocifisso, il quale attualmente è collocato

  nella grande sacrestia.

       

                                                                                   Altare del Sacro Cuore

 

L'altare fu eretto nell'anno 1618. In origine era dedicato a Maria SS.ma del Carmine: Ed infatti la pala dell'altare ( ora posta al lato dell'altare del crocifisso)  rappresenta un'immagine di Maria SS.ma e a destra e a sinistra le due Sante martiri Lucia ed Apollonia. Allora questa Immagine teneva nella sinistra lo Scapolare e perciò portava il titolo anzidetto, mentre nello stesso altare sopra una mensola di marmo si trovava un'altra immagine di legno seduta dello stesso nome.

In seguito ad una disposizione liturgica, il Vescovo di Chioggia con Decreto 1 settembre 1845 ordinava che, soppresso colla pittura lo Scapolare, da quel giorno l'Immagine dipinta avrebbe portato il nome:  la purità di Maria SS.ma.   

Nell'anno 1735 fu tolta da questo altare l'altra Immagine  di Maria SS.ma del Carmine e collocata ove si trova al presente, e nel suo posto fu posta quella di S. Luigi Gonzaga.

Nell'anno 1906, in seguito allo scioglimento della Scuola dei Luigini avvenuto per mancanza di mezzi, con offerte private, fu acquistata una nuova Statua del S. Sacro Cuore di Gesù; e l'altare, per disposizione  dell'Autorità ecclesiastica, fu dedicato sotto questo titolo.

Con bolla 25 gennaio 1864 fu istituita canonicamente la Confraternità omonima. 

 

Altare del Cristo

 

La Cappella di questo altare fu riparata e decorata nell'anno 1904 a spese di un devoto. Questo altare di epoca certo antica, ricorda l'esistenza di una Scuola detta della "Buona morte", ecco perché sul paliotto dello stesso vi sono raffigurati ossa e teschi da morto su marmo nero.

La festa del SS.mo  Crocefisso non fu fatta sempre nella Prima Domenica, in origine si solennizzava nella Terza Domenica di Luglio liturgicamente dedicata al SS.mo Redentore indi nella seconda festa della Pentecoste; in seguito nella Domenica della Ss. Trinità, e finalmente nella prima Domenica di Luglio sacra al Prezioso sangue di Gesù Cisto.

Fu canonicamente istituita la Confraternita del Crocifisso con Decreto Vescovile del 20 ottobre 1916, confermato con Bolla del 6 novembre 1916, sotto il titolo Associazione della Ss. Croce ad onore di Gesù Cristo Crocifisso. In seguito a tale disposizione fu stabilita la festa per comodo dei confratelli, nella Domenica dopo il 3 maggio, giorno consacrato dalla Chiesa al ritrovamento della S. Croce.       

 

Altare di tutti i Santi

Altare di tutti i Santi, neoclassico, del secolo XVII, rappresenta il patrimonio più prestigioso del duomo. Conserva e gelosamente custodisce quasi seicento preziose reliquie provenienti dalla  Terrasanta, dall'Egitto, dall'Italia romana, dai patriarcati di Aquileia e di Grado, dalle diocesi di Malamocco e di Chioggia, tutte sapientemente disposte con grande cura e devozione, meta continua di venerazione. L'Altare ha lateralmente le statue di Sant'Antonio da Padova e San Luigi Gonzaga, opere assai belle del secolo scorso, attribuite ad artisti veneto-trentini. La festività di Ognissanti fu istituita da Papa Bonifacio IV nel 610.

 

Sestier Vianelli - Santuario della Madonna dell'Apparizione

       

                                 

Di Pellestrina è doveroso ricordare ciò che avvenne il 4 Agosto 1716 esattamente alle ore 6 del mattino. Un ragazzino, Natalino Scarpa detto dei Muti, passando davanti all'oratorio di S. Vito e Modesto, che conservava un antico dipinto della Madonna, vide un'anziana donna bassa di statura in piedi vestita d'azzurro con il capo coperto da un velo bianco. La chiesa era chiusa, la donna lo chiamò dolcemente e le disse: " Vien qua fio - và dal piovan e dighe che faccia celebrar delle messe per le anime del Purgatorio, se volemo aver vittoria - e tel digo a ti perchè ti xe degno"

In quel periodo infatti i Turchi sembravano avere la meglio sulla flotta veneziana e sugli alleati in Ungheria, Natalino riferì il tutto al sacerdote, don Palo Zennaro, il quale inizialmente incredulo, ma in isola la  notizia girò subito, ed il popolo accorse incuriosito e attraverso la serratura videro che l'immagine della Madonna muoveva gli occhi. Questo movimento fu ripetuto più volte e vi furono numerose guarigioni., il giorno dopo i turchi furono sconfitti a Petervaradino e il giorno 25 tolsero l'assedio a Corfù. La tradizione racconta che l'immagine della Madonna deve essere stata dipinta su un fondo di botte da un pellegrino a ringraziamento per l'ospitalità ricevuta. La chiesa oratorio era di modeste dimensioni, conservava l'immagine della Madonna seduta con il bambino in braccio. L'attuale chiesa sorse negli anni compresi il 1718, il 16 agosto la posa della prima pietra, per questa occasione fu coniata una medaglia che raffigurava l'immagine di Maria col Bambino tra le nuvole del cielo con la scritta "Presidio Veneziano - Tempio alla B.M.V. di Pellestrina , 1718", mentre nell'altra faccia riportava il nome del Doge Jo. Cornelio ,  del Vescovo Giovanni Soffietti e dei Provveditori sui monasteri Andrea Capello,  Daniele Rainero e Vincenzo Gradenigo.

L'opera di costruzione si protrasse per cinque anni con continui incitamenti da parte del Senato, la spesa risultò ingente, molto più alta del previsto, poichè, man mano che si procedeva, si tendeva a migliorare le strutture e gli ornamenti. La chiesa, di pianta ottagonale, fu rivestita di marmo d'Istria nei tre lati della facciata esterna che danno sulla scalinata e sul piazzale, egualmente lastricato in marmo.

All'interno fu dotata di tre pregevoli altari; uno sul fondo per ospitare il quadro della Vergine e due ai lati. Il costo complessivo per il pubblico erario - escluso il valore dei materiali forniti direttamente dai vari organismi della Repubblica superò i ventimila ducati. Una prima data per la consacrazione della chiesa ( 11 Ottobre 1722 ) venne annullata perchè non era ancora pronta la chiesa; si pensò di spostare il momento tanto atteso a fine maggio dell'anno successivo. Nel frattempo furono fuse le campane col metallo offerto dal Magistrato alle miniere, fu consegnata la lampada votiva e sistemata a dovere anche la mensa dell'altare principale, che potè essere benedetto già il 2 marzo 1723 dal Vicario generale Giuseppe Ballarin, incaricato dal Vescovo. Fu l'Arciprete di Ognissanti il giorno dopo a celebrarvi la prima messa. alla presenza dei Provveditori sui Monasteri. Il  30 maggio 1723 con una marea di gente e autorità, l'immagine venerata viene trasferita dall'oratorio al nuovo e attuale Tempio, in seguito venne incoronata l'11 ottobre 1863 da Jacopo Foretti Vescovo di Chioggia , delegato di Pio IX.

Nel 1953, in seguito a scavi, si scoprì il punto preciso dove apparve la Madonna, sul perimetro che indicava la fondamenta dell'oratorio, fu posta una fascia di marmo in cui sono scolpite le parole: Delimitazione dell'Oratorio dei SS. Vito e Modesto costruito nel 1595 e demolito nel 1723.

Il 15 aprile 1923 il Tempio è consacrato sotto il titolo dell'Apparizione di Maria Santissima,  nel medesimo anno il 20 novembre fu dichiarato monumento nazionale.

All'interno, di fronte alla porta centrale, vi è la cappella, nel mezzo della quale è collegato l'altare della Vergine, composto con finissimi e pregevoli marmi.

 

 

Un' altare sobrio, sul quale una struttura marmorea esalta l'immagine di Maria quale tramite privilegio verso il Cielo. Le statue marmoree dei santi Vito e Modesto - martirizzati in Lucania affiancano l'immagine miracolosa. L'icona mariana incastonata nella struttura marmorea è di un anonimo il quale, secondo la tradizione locale, l'avrebbe dipinta e lasciata poi in seguito di riconoscenza per l'ospitalità ricevuta da una famiglia dell'isola. E'  appunto considerata miracolosa perchè il 4 agosto 1716 fu vista da diverse persone in momenti diversi muovere gli occhi , aprendoli e chiudendoli. Avvolta in ampio panneggio, nella sua serena bellezza porge lo scapolare, mentre il Bambino tiene nella destra una rosellina  rosa, simbolo di fecondità e verginità. 

                                            

 

Altare destro, o di S. Domenico di Cuzman , fondatore dell'ordine dei Frati Predicatori. La pala è di Giuseppe Angeli, ridipinta nel 1790. Raffigura il santo in ginocchio con lo sguardo fisso alle cose eterne, sotto il braccio il libro della sacra dottrina. La stella sul capo è simbolo della sapienza che lo ha fatto essere in terra " di cherubica luce di splendore". Ai suoi piedi, un domenicano seduto col capo coperto  e un sole disegnato sul petto: è S. Tommaso d'Aquino intento a scrivere i suoi trattati di teologia: la Summa Theologica. L'altro domenicano, ritratto in piedi , è S. Pietro di Verona, martirizzato dagli eretici a Farge, mentre si recava da Como a Milano. Colpito prima alla testa , venne poi trafitto da un lungo coltello. Perciò è raffigurato con la palma in amano, il capo insanguinato, la trafittura al petto e il pugnale ai piedi. La storia dice che il suo assassino, Carino da Balsamo, più tardi si pentì e si fece lui pure domenicano. Un piccolo drappello d'angeli scende con una ghirlanda di fiori bianchi a coronare di profumo l'innocenza e la castità.

 

 

 

Altare sinistro, o di S. Vincenzo Ferrer, è stata realizzata da Antonio Vianelli che l'ha firmata in basso a sinistra.Raffigura una scena corale: il santo è colto nell'atto di indicare il crocifisso a malati, anziani, mamme  e bambini. Sul suo capo la fiammella, simbolo dello Spirito del Signore da cui traeva ispirazione la sua parola fervente e profetica. Le ali alludono all'angelo dell'apocalisse, come nella zona alta la tromba ricorda il giudizio di Dio, motivo caro alla predicazione del santo.

 

 

Nel catino dell'abside è richiamato il fatto della apparizione. Fu dipinto nel 1949 da Angelo Pomi, che realizzò anche l'Assunzione del cupolino. Nel dare corpo all'evento il pittore ha raffigurato la Signora, ammantata di bianco, in abito azzurro trapuntato di stelle rosse, nell'atto di toccare la mano di Natalino, affidandogli il messaggio della preghiera dei fedeli per i defunti. L'Assunzione, che a mò di baldacchino incorona la sacra immagine sopra l'altar maggiore, invita a pensare alla vittoria e alla gloria definitiva.

 

La grande cupola è decorata con i quattro profeti maggiori - DANIELE  -  ISAIA  -  EZECHIELE  -  GEREMIA

 

 

 

Continuando il nostro cammino costeggiando la laguna, a delimitare i due sestieri, quello dei Zennari e  Scarpa, segnando anche il limite delle due parrocchie quella di Ognissanti e quella di Sant'Antonio troviamo il  "Capitello " della Madonna di Lourdes, estremamente semplice, l'interno mostra su un altarino la statua della Madonna di Lourdes tra due angioletti vestiti: la statua  in gesso attuale, ha sostituito nel 900 una più vecchia.

 

  

 

Ancora qualche minuto di cammino, finalmente siamo arrivati nel sestier Scarpa  con la chiesa dedicata a S.Antonio da Padova.   

La chiesa fu fondata nel 1612 come semplice cappella, nata sulle fondamenta di un oratorio, nel 1703 ci furono i lavori di ampliamento, ma solo nel 1874,  l'8 febbraio venne eretta a parrocchia.

Dal punto artistico la chiesa è in stile neoclassico, con la facciata  ispirata alle chiese veneziane di quel tempo.

Internamente ha una vola navata con sei altari laterali sorte in varie epoche.

Di spessore artistico gli altari di "San Nicola da Bari" e quello della " Beata Vergine del Bambino Gesù",  questo proveniente da una chiesa di Chioggia demolita.

L'altare di Sant'Antonio, patrono della parrocchia, è in marmo in stile neoclassico, con la statua del santo dell'ottocento, quello di San Giovanni Battista , patrono dei pescatori, pure neoclassico con statua in marmo dello scultore di Noale Augusto Zanetti del 1885.All'interno dell'altare c'è un'urna di vetro con l'immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù.

Di epoche recenti sono gli altari di San Giuseppe, di San Giovanni Bosco.

Il più sontuoso è l'Altare Maggiore, opera del secolo XVIII, neoclassica, a marmi rossi e bianchi, di grande raffinatezza e splendore, con tabernacolo a basilichetta colonnata, ispirato al Rinascimento

 

Altre opere di valore storico e artistico sono: un Crocifisso del secolo XV che si trova nel coro, un ulteriore Crocifisso processionale del seicento, il Pergamo o pulpito del XVIII, in legno scolpito con quattro cariatidi ad imitare i capolavori dell'artista Brustolon; le tavole della Via Crucis sono dipinte ad imitazione di quelle del Tiepolo che si trovano nella chiesa di San Polo a Venezia, l'Organo attribuito a Gaetano Callido .

In Sacrestia si trovano due tele una con l'Angelo Custode, e l'altra rappresenta la Natività entrambe dell'ottocento.

Il Campanile, inaugurato nel 1887, è opera eseguita in stile del Rinascimento su progetto dell'Architetto Cesare Spadon, si presenta come una mirabile costruzione, sulla quale si nota poco prima della cella campanaria un cornicione di archetti pensili ricprrenti e una lucida pietra d'Istria che ravviva l'intera opera.

 

Dopo una distesa passeggiata abbastanza lunga , immersa un po' fra abitati e orti oramai in coltivati, ci troviamo a Portosecco con la sua chiesa parrocchiale.

I primi racconti gli  abbiamo ai secoli  XII e  XV, dicono di  una piccola cappella in un'isola della laguna chiamata " Santa Maria della Cava", dove alla domenica, la gente con le barche si recava per assistere alla S. messa, prima che fosse costruita la nuova chiesa, ancora  nel 1745 erano visibili i ruderi di questa isoletta, ora sommersa dalle acque e non più visibile. 

Nel 1456,si costruì, dove si trova ora, una piccola chiesetta intitolata a Santa Maria Vergine, era un semplice ed angusto oratorio, con un solo altare, rimase così sino al 1616, quando gli abitanti pensarono di ingrandirla contribuendo con elemosine e la dedicarono a Santo Stefano.

Il 31 maggio 1719 con decreto, il Vescovo di Chioggia mons. Soffietti la elevò a chiesa parrocchiale.

In questa chiesa è annessa l'Indulgenza della Porziuncola, concessa da papa Leone XIII il 5 dicembre 1883.

La chiesa fu ampliata e restaurata nel 1884, costruzione neoclassica, ad una sola navata, con il coro a semicerchio, dove si trova l'Altare Maggiore, con la tela settecentesca di Santo Stefano, ed un artistico Tabernacolo.

In laterale al coro, ci sono due tele ad olio: la Cena di Gesù con gli Apostoli e il transito di San Giuseppe.

Entrando a destra l'altare e dedicato alla Beata Vergine della Cintura, a sinistra l'altare è intitolato al Patrono Santo Stefano, questi due altari sono dotati di preziosi marmi, provenienti dalla già citata chiesa di santa Maria della Cava.

Importante è l'organo. eseguito dal Callido, il Battistero è del Rinascimento con la parte marmorea scolpita.

Sulla destra vi è il Campanile a cupola,quasi simile a quello della chiesa di Ognissanti di Venezia, restaurato verso il 1880.   

 

Continuando la nostra passeggiata verso Nord, lungo la laguna, raggiungiamo San Pietro in Volta.

La chiesa fu costruita per ben tre volte, la sua  prima risale a dopo la guerra degli Ungheri nel sec. X. Si attribuisce la costruzione ad una famiglia detta dei arcipagani nel 965, i quali a ricordo della vittoria sugli Ungheri il giorno di San pietro, intitolarono la chiesa a questo apostolo, in seguito fu aggiunto il nome In Volta, in quanto in quel luogo costituiva la svolta naturale del margine lagunare dell'isola.

La chiesa attuale ebbe inizio vel 1777 e terminata nel 1813, la facciata in stile neoclassica, all'interno ad una sola navata.

Entrando, da destra si notano: la Pila Acquasantiera del sec. XVIII di marmo scolpito, l'Altare delle anime,con marmi policromi geometrici e una tela dell'inizio del sec.; l'Altare di Sant'Antonio , una piccola pila incastonata sormontata da pregevole sculture della Madonna con bambino del sec. XIV, l'Altare del sacro Cuore. L'Altare maggiore costruito con marmi bianchi stile neoclassico, con il Tabernacolo a basilichetta, con ai lati le statue di San Pietro e San Paolo.

Sopra si osserva l'artistica corona di legno dorato. Nel soffitto dipinti dei quattro Evangelisti : Luca, Matteo, Marco e Giovanni.

Il coro è raro esempio d'arte, rivestito fino all'altezza di due metri da spalliere di intaglio di legno di mogano, estratte dalla sala di una vecchia nave veneziana demolita, che ancora nel 1943 si trovava presso gli squeri della famiglia Schiavon  di San Pietro in Volta.

Un'altro altare si trova dietro l'Altare Maggiore, con una tela del Redentore e gli Apostoli  sec. XVIII.

Da vedere il pulpito di legno dorato settecentesco. L'organo anch'esso in legno dorato evidenzia una grande e spaziosa prospettiva.

Tra gli arredi sacri, ci sono le belle lampade a pendolo cromate in oro e argento a foglie del 1850, due sono grandi, dodici più piccole, l'Ostensorio del 1600 stile veneto-fiorentino, settecentesche sono anche le aste dorate portacandele.

In  Sacrestia si trova  un'altare e una pala di San Pietro Apostolo, una porta con stipiti del Rinascimento e un'antica lapide del sec. XVI  che ricorda il luogo dov'era la chiesa inizialmente e la sua consacrazione. Il campanile, sulla destra della chiesa, di architettura veneziana del sec. XVIII.

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